Ci imbattiamo in una piccola ansa formata da migliaia di grosse conchiglie ammassate una sull’altra ! l’interrogativo sorge spontaneo: è opera dell’uomo o della natura? E , in questo secondo caso, come si è formata una così particolare baia protetta da una sorta di barriera di conchiglie ? i locali ci forniscono una risposta: gli imprevedibili effetti di un uragano hanno dato vita a questo unico e bellissimo paesaggio marino !
Questa isola rappresenta un luogo ideale per una vacanza ai caraibi a terra, ma solo se si ha a disposizione un budget molto elevato .
Tuttavia per chi arriva in barca, pur essendo incantevole, ha un difetto .
E’ vero che si trova una bellissima baia di sabbia bianca con gavitelli di ormeggio sicuri e perfettamente mantenuti, però, se l’aliseo è veramente forte come questi giorni, niente ferma la risacca che ci fa letteralmente ballare tutta la notte . L’effetto è amplificato dal fatto che l’onda di risacca ci prende sul fianco della barca che è disposta prua al vento del forte aliseo .
Niente sta fermo e rollano anche i larghissimi catamarani !
31 . 12 . 2014
L’ultimo giorno dell’anno salpiamo alla volta dei Tobago Keys .
Navighiamo per 20 miglia al gran lasco per raggiungere questi cinque isolotti sparpagliati in una miriade di coralli .
Diverse sono le vie di accesso protette da una grande barriera corallina detta horse shoe reef (reef a ferro di cavallo) e da una seconda barriera a est cosidetta worlds end reef (reef in capo al mondo).
I tobago keys significano: incantevoli spiagge, fondali cristallini di sabbia bianca, barriere coralline immense con tutti i pesci e esseri viventi che ruotano attorno all’ecosistema formato in presenza delle madrepore (comunemente dette coralli) .
Chiunque per la prima volta osserva una barriera corallina stenta ad immaginare che queste massicce costruzioni, in apparenza rocciose, possono essere opera di minuscoli polipi, delle dimensioni di solo qualche millimetro, spesso anche invisibili agli occhi di una persona inesperta .
Le loro forme possono essere le più svariate: massive, incrostanti, ramificate, appiattite ecc. ecc .
La vita delle madrepore è legata alla presenza di minuscole alghe chiamate zooxantelle che vivono in simbiosi con la barriera .
Queste alghe si trovano solo nei primi metri di profondità perché necessitano di sole e quindi anche la barriera corallina si trova a pochi metri di profondità e la sua forma svariata e particolare rappresenta una competizione naturale fra i diversi coralli per “ un posto al sole “ .
La bellezza e le attrattive del posto non sono affatto sconosciute, ragione per cui in alta stagione (come nel periodo di Natale) si osserva una elevatissima concentrazione di barche a vela e catamarani, che si riduce in tutti gli altri periodi dell’anno .
Noi ormeggiamo all’ancora all’interno del horse shoe reef, dopo avere optato per l’ingresso dal lato esterno e sottovento alle isole .
In questo modo evitiamo lo stretto canale formato dalle due isole soppravvento che formano un canale navigabile, ma molto stretto e con poco fondale, banchi di sabbia e molta corrente .
Nelle spiagge di questo canale i locali, da tutti chiamati “ rasta ”, stanno organizzando la nostra cena dell’ultimo dell’anno .
Alcuni ci vengono incontro con piccoli e potenti imbarcazioni fuoribordo offrendo pesci, aragoste vive e indicazioni per gli ormeggi alle boe o all’ancora .
Altri organizzano i tavoli per la cena e i fuochi per la brace che arrostirà aragoste, pesci e i locali molluschi delle conchiglie giganti che qui si trovano ovunque .
Lo scenario è mozzafiato .
Assolutamente degno di una cartolina dei caraibi .
Con il tender andiamo a fare snorkeling sul reef incontrando tutti i tipici pesci e le altre forme di vita che formano il ricco variegato ecosistema che ruota attorno alla barriera corallina .
Alle 21.00 il “ nostro rasta JeanClaude ” viene a prenderci con il suo piccolo ma potente motoscafo spinto da un motore fuoribordo 75 hp yamaha modello enduro tre cilindri; si tratta della linea yamaha “dura e da lavoro”, priva degli optional previsti per la linea europea (strumenti, trim, contagiri) .
L’avviamento è a mano, e per quanto ricordo, già avviare un 50 hp a freddo in caso di avaria dell’avviamento elettrico, non era affatto facile .
Ma tutto si spiega e si inserisce perfettamente nel contesto circostante .
JeanClaude si mostrerà con noi veramente gentile e “di parola” ( come spiegherò in seguito), tuttavia è un vero marinaio molto rude e totalmente privo di paura in mare !
Infatti non posso fare a meno di notare che il nostro marinaio naviga in planata e veloce nel buio della notte tra banchi di sabbia e reef senza luci ! senza dotazioni di sicurezza ! e con un paio di serbatoi di miscela per il potente due tempi fuoribordo; quando non arriva sufficiente benzina e questo perde colpi, prima che si spenga, rimedia semplicemente agitando e scuotendo il serbatoio fino a che i giri del motore miracolosamente risalgono e si torna in planata a correre sulle onde !
Da notare che il nostro JeanClaude e tutti i rasta locali con i loro motoscafi, tutti rigorosamente senza luci, fanno avanti e indietro anche in piena notte con l’isola di Union dove vivono, incuranti di tutto: reef, onde, banchi di sabbia, secche !
Per loro, nati qui, è assolutamente naturale tutto ciò che a noi mette ansia e talvolta paura.
Pare che una notte JeanClaude abbia avuto sfortuna e abbia incrociato la rotta di un suo collega di ritorno da Union, manco a dirlo a luci spente, (anzi senza luci perché non ci sono e non sono previste nei motoscafi dei rasta). La prua della barca del collega taglia parte dello scafo di JeanClaude e ammacca discretamente i passeggeri pur senza conseguenze importanti; il racconto prosegue con JeanClaude che rincuora i passeggeri decisamente terrorizzati e, incurante di tutto, prosegue sino ad Union privo della prua appoppando il motoscafo con tutto quello che aveva e scampando un sicuro affondamento !
Non stento a credere che il racconto è tutto assolutamente vero e ringrazio il mio angelo custode che questa notte arriviamo a terra sani e salvi !
A terra ci attende la grande e grossa Big Mama che coordina una decina di ragazze e ragazzi per l’organizzazione della cena in spiaggia .
Il menù è invitante: aragosta alla brace, patate alla brace in salsa creola, zuppa di molluschi di conchiglie locali, platano fritto, riso e fagioli e super piatti di frutta tropicale !
La cena è a bordo spiaggia, in un tavolo rimediato e con due tavole ai lati come sedie .
Atmosfera calda e accogliente .
Mai 45 dollari americani sono stati meglio spesi .
Difficile immaginare uno scenario migliore per la serata di fine anno !!
01 . 01 . 2015
La notte tra 2014 e 2015 ci fa capire che gli alisei hanno deciso di rinforzare in modo importante .
Il vento supera i trenta nodi .
La nostra linea di ancoraggio tiene, ma i colpi di vento ci fanno dormire con un occhio solo .
Al risveglio nel nuovo anno a malincuore dobbiamo modificare il nostro programma di restare due giorni ai Tobago Keys.
Il vento a oltre trenta nodi passa tranquillamente sopra il reef e forma onde troppo grosse per la piccola protezione offerta dalla barriera corallina .
Di fatto sembra di stare in mezzo all’oceano, con un ridosso decisamente insufficiente per il vento a oltre trenta nodi che ci fa ballare in mezzo alle onde, quindi dobbiamo purtroppo lasciare questa bellissima piscina naturale formatasi in mezzo ai Tobago Keys .
Fortunati coloro che possono sostare qui con un aliseo meno teso, infatti ci dicono che soffi in genere intorno ai 15 nodi .
Si salpa dalle Tobago Keys con il ricordo di JeanClaude che la sera prima, in assenza di resto per il servizio cena in spiaggia e taxi, ci promise un bel pesce ! Incredibile ! Neanche a dirlo compare con il suo motoscafo tra le onde e ci lancia dentro il tender due bellissimi e freschi tonni . (come avevo accennato sopra ...... è stato di parola ..... )
Anche questa isola si trova sotto il governo di Saint Vincent .
E’ piccolissima ed ha una superficie di soli 0,55 km quadrati .
Questa isola si presenta piatta con tre alture ben distanziate ed è circondata da cinque spiagge di sabbia corallina e racchiusa da una splendida barriera corallina .
L’isola è stata disabitata per secoli .
Quando vi giunse un navigatore Texano, tale John Coldwell, la acquistò e ottenne una concessione dal governo di 99 anni, iniziando le prime opere sull’isola .
Alla sua morte il governo ha ceduto la gestione dell’isola a una società che ci gestisce uno stupendo resort a 5 stelle !!
Purtroppo possiamo ammirare tanta bellezza solo dalla barca e dobbiamo saltare la prevista sosta, perché il ridosso sottovento offerto dalla piccola isola è sufficiente solo con venti moderati e non con un aliseo arrabbiato a oltre 30 nodi, che forma onde tali da girare intorno all’isola creando una risacca eccessiva per una sosta .
Continuiamo a navigare velocissimi al lasco a oltre 10 nodi fino alla nostra prossima meta: Petit Saint Vincent.
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