Il racconto dello Skipper Andrea relativo al periodo Natale 2016 - Capodanno 2017.
Per il terzo anno consecutivo ho la fortuna di veleggiare nel Mare deiCaraibi.
L’anno scorso la crociera a vela si svolgeva nelle West Indies, cioè nelle così dette“isole sottovento” rispetto agli Alisei .
Geograficamente le isole sottovento sono quelle che si trovano dalla Martinica fino ad Anguilla.
Oltre le isole sottovento, più a nord, si trovano le Isole Vergini .
Cristoforo Colombo diede a questo arcipelago il nome di “Sant’Orsola e le 11000 vergini”, ispirandosi alla nota vicenda della Santa e delle sue compagne trucidate dal re Unno Attila a Roma, ma ora esse vengono chiamate semplicemente “isole Vergini” .
In tutte le isole dei Caraibi, si respira una atmosfera particolare e piacevole difficile da descrivere .
Per esprimere quello che si prova ai Caraibi faccio mia e riporto integralmente - condividendola appieno - una lettera scritta da Cristoforo Colombo ai sovrani spagnoli Ferdinando e Isabella durante il primo viaggio esplorativo del 1492 – 93:”… i piccoli uccelli e il verde dei prati mi fanno desiderare di rimanere qui per sempre.
Questo paese è cosi incantevole e ameno da offuscare qualsiasi altro per fascino e bellezza, così come la luce del giorno mette in fuga la notte… “
Per capire dove ci si trovaè bene disporre di qualche riferimento culturale.
Tutte le isole dei Caraibi sottovento e sopravvento sono tutte nelle Piccole Antille.
Le Antille devono il loro nome alla leggendaria isola di Antilia, che si riteneva fosse situata tra l’Europa e l’Asia .
Le Piccole Antille vennero chiamate Isole Caribeenel XVII secolo in seguito alla scoperta della popolazione degli indios Caribe che le abitavano .
Invece le Grandi Antille sono le isole che si trovano all’estremità più settentrionale del Mare dei Caraibi: Cuba, Hispaniola, Giamaica, Portorico .
Il primo popolo a insediarsi nelle isole fu quello dei Cibony 5000 anni fa giunti dal sud America (3000 A.C.) .
Successivamente, 2500 anni più tardi, (500 A.C.) a bordo di canoe giunsero gli Arawak, popolo pacifico dedito all’agricoltura .
Circa nel 1300 D.C. giunsero infine i Caribi, che avevano tratti mongoli con pelle chiara e capelli lunghi e lisci, somiglianti ai popoli dell’Asia settentrionale.
Questi guerrieri sterminarono e costrinsero alla fuga gli Arawak .
Quando Colombo giunse ai Caraibi, compiendo quattro viaggi tra il 1492 e il 1505, i Caribi vivevano sulle isole solo da uno o due secoli .
Gli spagnoli colonizzarono più facilmente i territori meno battuti dai guerrieri Caribi sul continente e sulle isole più grandi, le Grandi Antille, trascurando le Piccole Antille .
Solo un secolo più tardi le altre potenze europee cominciarono a riempire quel vuoto insediandosi in queste isole minori.
Ovviamente i Caribi non cedettero facilmente e resistettero con tenacia e ferocia e non furono mai sottomessi.
Quando gli europei alla fine finirono per prevalere, i Caribi superstiti lasciarono le isole per trasferirsi sul continente, lasciando solo piccole comunità .
Questi piccoli cenni aiutano a capire la complessità storica e culturale di questi luoghi .
Tornando al nostro viaggio, per raggiungere queste bellissime isole non ho trovato voli diretti, ma solo voli con scalo negli U.S.A. a New York, pertanto occorre essere in possesso del passaporto elettronico e della Esta rilasciata dagli Stati Uniti.
Quindi bisogna attrezzarsi per tempo .
Da New York si prosegueper Porto Rico, dove si deve prendere un terzo aereoplano e si atterra in fine a Tortola nelle B.V.I.
Finalmente a Port Purcell Tortola si prende possesso della bella Ruby, un Oceanis 37 dalle linee classiche e veramenta piacevole da vedere .
24/12/2016
Si parte da Port Purcell con destinazione Cooper Island, ma dopo poco tempo, ci rendiamo conto che non può essere raggiunta in tempo per prendere una boa di ormeggio .
Quindi si prosegue a vela fino a Normann Island .
Qui le distanze sono più modeste rispetto alle isole sottovento e sopravvento, anche se il vento soffia sempre in modo importante a 20/25 knots !
Anche la corrente è importante e le onde non scherzano: si naviga zuppi !
Si arriva quindi al lasco a Norman Island .
Qui ci sono 90 boe e c’è posto .
Molto bello e ridossato .
Poca risacca e poco rollio .
25/12/2016
Il trasferimento odierno avrebbe dovuto essere verso Cooper Island, ma il troppo vento contrario ci induce a una tappa più breve: Peter Island .
Il trasferimento non è dei più fortunati .
Nonostante le due mani di terzaroli il vento è troppo per una bolina stretta e l’ultimo pezzo risaliamo il vento a motore .
La baia è bella e selvaggia .
Disabitata e con un solo ristorante sul lato sud .
Scendendo a terra con il gommone ci regaliamo un bel bagno in una piscina naturale .
26/12/2016
Oggi grande bolinata con le solite due mani di terzaroli e genoa super ridotto .
Dopo diversi bordi di bolina strettissima si arriva a Cooper Island: assolutamente bocciata !
Non offre sufficiente ridosso né dal vento né dalle onde .
Dopo una mini sosta tecnica e calcolo della nuova rotta si procede verso TrellisBay che si trova dall’altra parte del Sir Francis Drake Channel .
Bella e abbastanza ridossata .
Però veramente insidiosa per i numerosi banchi di sabbia in ingresso e in parte della baia .
Meglio non arrivare con poca luce o sole in faccia .
Molto carini i locali a terra .
27/12/2016
Il trasferimento da Trellisbay a Virgin Gorda ovviamente si fa di bolina .
Le due mani di terzaroli ormai non le togliamo più .
I 25/ 30 nodi sono costanti .
Però vale la pena .
La grande baia di Virgin Gorda è ben ridossata sia dal vento sia dal mare .
I colori sono bellissimi: turchese l’acqua e verde la vegetazione.
Al momento la considero la baia con i colori più belli .
A terra ci sono i servizi, possibilità di fare acqua e carburante .
La baia è molto grande e non basta una giornata di giretti con il tender per visitarla tutta .
La baia è cosi bella che merita un po’ di giorni di sosta per esplorare tutte le calette che la circondano .
01/01/17
Dopo la lunga e meritatissima sosta al Virgin Gorda si riparte per navigare alla volta di Cane Garden .
Si naviga ben quattro ore al lasco per arrivare a Cane Garden .
Bella baia ridossata dal vento .
Il nome si deve alla canna da zucchero che ancora distillano qui: da qui il nome .
Consiglio la sosta diurna .
Assolutamente da evitare il pernottamento: dopo la mezzanotte si è alzata una grossa onda di risacca che faceva rollare tutte le barche !
02/01/2017
Dopo la notte a Cane Garden non si può dire che ci si risveglia proprio riposati .
Infatti all’alba fuggiamo dalla scomoda Cane Garden per raggiungere Jost Van Dicke .
Purtroppo, pur essendo bella è bocciata per il ridosso .
A mio avviso non è sufficiente .
Lo stesso dicasi per le piccole baia vicine ad essa .
Quindi si punta sulla bella e sicura Norman Island, ma ovviamente il piano va a monte a causa di un vero e proprio acquazzone tropicale che ci costringe ad una tappa forzata a SupanHole .
Si tratta di un piccolo porticciolo tranquillo dove il mare è finalmente calmo !
Dopo un meritato riposo e una nottata finalmente tranquilla si veleggia finalmente alla volta della bellissima Norman Island .
Che è l’ultima tappa prima della riconsegna della barca a Port Purcell .
Le pratiche di riconsegna sono veloci e efficenti .
Non resta che rivolare verso la nostra bella, ma un po’ fredda, Europa !! |